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Il referendum del 1946

XIII L’elevato numero di schede nulle (1.509.735)

By Novembre 21, 2010Ottobre 24th, 2021No Comments

XIII

L’ELEVATO NUMERO DI SCHEDE NULLE (1.509.735) ‑

SCHEDE NULLE DISTRUTTE ARBITRARIAMENTE

E NON ALLEGATE Al VERBALI ‑ VERBALI SCRITTI

A LAPIS ‑ SOLO CINQUE SU VENTIDUE

CORTI DI APPELLO INVIARONO ALLA CORTE SUPREMA

DI CASSAZIONE I PLICHI CON LE SCHEDE ANNULLATE ‑

INNUMEREVOLI RICORSI CONTESTAZIONI

PROTESTE E RECLAMI

 

La Suprema Corte di Cassazione si trovò nella impossibilità di poter accertare essa l’esatta entità dei voti annullati e delle schede bianche, in quanto moltissimi seggi elettorali all’atto dello scrutinio non verbalizzarono i dati relativi alle schede non ritenute valide ed anzi addirittura distrussero le schede stesse invece di allegarle ai verbali di scrutinio. In effetti, su ventidue Corti di Appello, solo cinque furono in grado di inviare i plichi contenenti le schede annullate. 

E molti dei verbali giunti alla Corte Suprema erano addirittura vergati a lapis. 

Dice in proposito Luigi Barzini: “Migliaia di verbali non erano in regola, o mancavano i pacchi di schede, o addirittura i risultati della sezione erano scritti a matita, su un foglio di carta, alla buona, tanti voti alla Monarchia e tanti alla Repubblica, senza le schede che potessero confermare le cifre”. 

Nessun controllo quindi su scala nazionale di questi voti dichiarati nulli fu potuto fare dalla Corte di Cassazione.

L’Istituto Centrale di Statistica, nel citato studio (vedi capitolo IX, ) fissa la cifra dei voti nulli in 1.509.735. E’ sorto perciò legittimo il sospetto che ‑ a parte la voluta confusione dei simboli nelle schede per il referendum di cui abbiamo parlato al capitolo V possano essere state distribuite schede in cui era già stato segnato il simbolo repubblicano. In tal modo, segnando poi l’elettore il simbolo monarchico, il voto era divenuto nullo. 

Concludendo questa parte delle nostre argomentazioni, ci piace ricordare le seguenti parole di Corrano Pecci: ” Insomma: dobbiamo constatare che tra il dicembre 1959 e il gennaio 1960 si sono offerte all’opinione pubblica le prove della fondatezza storica della protesta monarchica. La repubblica in Italia è stata fatta mediante una maggioranza irrisoria, e soprattutto, nel clima di sospetto di brogli ancora più vasto: cioè di una vera e propria sottrazione e trasferimento per meno dei poteri dello Stato del risultato favorevole dalla monarchia alla repubblica.