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Il referendum del 1946

XIV Il governo parte in causa vorrebbe garantire il referendum

By Novembre 1, 2010Ottobre 24th, 2021No Comments

XIV

IL GOVERNO, PARTE IN CAUSA,

PRETENDE DI ESSERE GARANTE

DELLA REGOLARITÀ DEL REFERENDUM

 

Fatto il colpo ‑ pur se riuscito non come speravano questi bardi della democrazia , incominciò l’agitazione incomposta propria di chi non ha la coscienza tranquilla.

La legge sul referendum aveva precisato i tempi. Ma i vari personaggi che non dormivano più nel proprio letto, volevano affrettare i tempi, liberarsi al più presto della legittima, e per loro ingombrante presenza del Re d’Italia.

Conciliaboli continui, sia al Viminale che nelle sedi dei partiti; pressioni sulla Corte di Cassazione, fino al diretto intervento di Romita, che falsamente afferma che il Re voleva partire e quindi occorreva che la Cassazione si riunisse subito; timori di inesistenti progetti di arresti e di congiure; insomma, la pace della coscienza perduta dagli artefici del referendum. 

Quanto aveva dichiarato la Corte di Cassazione nella seduta, tanto preparata dal governo, del giorno 10 giugno 1946, ” era sembrato incerto, in verità anche al Governo, tanto che De Gasperi, che aveva in tasca un breve discorso per celebrare l’avvento della repubblica, era stato dissuaso dal pronunciarlo,’ “. Mino Cingolani afferma che in questo discorso preparato e non pronunciato, De Gasperi avrebbe annunciato di assumere immediatamente la carica di capo provvisorio dello Stato.

Quindi cominciano gli affannosi viaggi di Alcide De Gasperi e dei suoi ministri, tra cui quel professore Mario Bracci che poi inventò di sana pianta, in un suo scritto sulla rivista Il Ponte (agosto 1946), gli occhiali di Lucifero battuti sul petto di De Gasperi. Notizia smentita dal ministro Lucifero in una dichiarazione pubblicata su La Settimana Incom illustrata. 

La sera dell’11 giugno 1946 il presidente del consiglio De Gasperi chiama dal Viminale al telefono del Quirinale il ministro della Real Casa, Falcone Lucifero. Ezio Sala! così descrive la scena: ” Fu una telefonata di un’ora e un quarto. De Gasperi parlava circondato dai suoi minacciosi ‘collaboratori’… Il tono era, contrariamente al solito, perentorio, provocante; quell’uomo, ammantato di pelle di agnello, voleva apparire energico di fronte ai suoi. E’ facile immaginare la reazione di Lucifero ” che ” gli rispose con sdegno: ‘Luogotenenza, Luogotenenza, non è più il caso di parlarne, per vari motivi, lei m’intende… E non foss’altro per quel capolavoro che avete varato all’alba, in cui si legge che il governo si rende garante. Non avete sempre detto che la Suprema Corte è l’unica arbitra responsabile? Voi governo siete soltanto un giudicabile! La vostra deplorevole espressione mi fa tornare in mente una famosa frase di Mussolini: ‘La mia questione morale la risolvo io. Se la ricorda, presidente?