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Interviste 46-64

Intervista a Re Umberto II sul quotidiano “Paese Sera” – III parte

By Giugno 13, 2023Dicembre 8th, 2023No Comments

SINGOLARE INTERVISTA CON UMBERTO A CANNES

Secondo colloquio con Umberto di Savoia

Il socialismo come realtà storica – La divisione del mondo in due blocchi e una possibile conciliazione fra capitalismo e socialismo – Il pericolo della guerra – L’azione svolta dal monarchico Sella nel Comitato Mondiale dei Partigiani della Pace.

CANNES, dicembre — Alle cin­que e mezzo precise del pomeriggio fui ancora ricevuto da Umberto di Savoia.

Mi venne incontro alzandosi dalla scrivania e dicendo:

— Ho finito proprio ora di scri­vere delle lettere.

Poi sedemmo l’uno di fronte al­l’altro sulle due solite sedie. Io mi accinsi subito a cogliere il mo­mento opportuno per riprendere gli argomenti interrotti. Egli mi parlava della madre, dell’Italia, di altre cose varie. Io osservavo che quel suo parlare vago, se da un lato indicava cordialità, dall’altro mostrava una diplomazia acquisita per educazione e diventata innata, che lo spingeva a non voler giungere in quel momento ai limiti estremi di un discorso, giunti ai quali non è possibile non dichiararsi. Mi sembrava volesse addirittura evitare una vera e propria intervista. Ma il suo tono era così umano da farmi pensare che si trattasse di abitudine imposta, come ho detto più dalla educazione che dal naturale temperamento. Di tanto in tanto i suoi occhi sfuggivano la conversazione e il luogo, evadendo in pensieri nascosti. Mi vennero in mente i vari componenti della sua famiglia e pensai a quali di essi più somigliasse. Pensai a Carlo Alberto, in una descrizione del tempo, alto, dinoccolato, amletico, per un certo suo sguardo lontano e inquieto; pensai alla santa di casa. Savoia; pensai alla principessa Mafalda, morta in un campo di concentramento tedesco, chiusa in una cella con una prostituta che le dava gli ultimi conforti. In questo filone dei re sabaudi, io preferii collocarlo in quel momento al di fuori della tradizione militarista o burocratica. Anche perché ciò mi rese più facile approfittare di una pausa per impostare senz’altro alcune delle domande che più mi stavano a cuore. E affermai, quasi a bruciapelo:

—     Dopo quanto abbiamo detto, credo che niente di veramente serio si possa fare se non si riconosce con convinzione che il socialismo è una realtà storica. Crede lei in ciò?

—     Senza dubbio.

—     Pensa lei che realmente il mondo sia diviso in due blocchi? Oppure che si tratti soltanto di una esasperazione politica che crea questa falsa impressione di Impossibilita di comprensione tra i popoli, i quali viceversa vogliono solo la pace e la convivenza costruttiva?

 

 

Umberto tifa Milan

LISBONA – Umberto di Savoia assiste dalla tribuna alla partita di calcio fra il Milan e lo Sporting dl Lisbona, valevole per la Coppa Latina. Come è noto l’incontro si è concluso con la vittoria della squadra milanese dopo tre tempi supplementari. Umberto, quando si trova in Portogallo, raramente si lascia sfuggire una manifestazione sportiva cui partecipi una rappresentativa italiana.
Alla vigilia della partita (la semifinale) aveva ricevuto la visita, nella sua villa di Cascais, dei giocatori e dirigenti del Milan.

Egli rispose con sicurezza:

 

— Certamente è possibile la comprensione. Certamente si tratta di esasperazione politica sol­tanto.

— Non crede in un possibile punto di incontro e di soluzione tra capitalismo e socialismo?

— Ciò mi sembra soltanto naturale.

— Non sarebbe una guerra il peggiore di tutti i mali?

— Su ciò non può esservi alcun dubbio.

Mi parve estremamente leale ed umano.

Dissi allora che era perlomeno severo l’atteggiamento

 

di alcuni nei confronti del Movimento dei Partigiani della Pa­ce, anche a voler accettare la te­si che ne fosse promotrice la Rus­sia. Dissi che trovavo logico che la Russia si battesse per la pace in quanto, come paese del socia­lismo, non poteva non coltivare il terreno necessario alle realizzazioni socialiste, il terreno della pace contro la guerra, mentre in guerra non può che ritardare il naturale progresso umano sul cammino della civiltà. Premesso questo, chiesi in che modo fosse possibile non considerare nemico del progresso chi fosse contrario al movimento in difesa della pace. Egli si mostrava consenziente a quanto dicevo. Allora sentii che potevo rivolgergli la domanda fondamentale riguardo a questo argomento. Per cui dissi:

 

— Mi preme sapere con molta precisione se l’azione svolta da Paolo Sella di Monteluce in seno al Movimento dei Partigiani della Pace, del cui Comitato Mondiale egli fa parte, è una azione condivisa e voluta da lei.

 

Umberto di Savoia mi rispose senza possibilità di equivoci:

 

— L’azione svolta da Paolo Sella in seno al Comitato Mondiale dei Partigiani della Pace è da me seguita e condivisa.

 

— Io però volli insistere e dissi ancora: Le chiedo formalmente se posso pubblicare questa sua di­chiarazione, perché voglio essere esatto in quel che scriverò con gli estremi del suo consenso.

 

— Egli rispose lentamente e decisamente: Lo può fare senz’altro.

 

—   Allora incalzai: Con la stessa precisione vorrei che lei mi dichiarasse che le sue preoccupazioni sono al di so­pra di ogni interesse di restaura­zione. E ciò sempre allo scopo di rendere pubblica la sua risposta

 

— Egli affermò ancora: È esattamente così.

 

Compresi a questo punto che non dovevo andare oltre nella richiesta di dichiarazioni, per cui detti subito alla conversazione un tono disteso e discorsivo, dicendo fra l’altro che bisognerebbe sfa­tare tutta una serie di contraddizioni e supposizioni sulla sua persona, diffuse ad arte per opposti interessi. Gli parlai di Federico di Prussia, scrittore di trattati politici, musicista e conservatore: di Federico di Sicilia, poeta e ragionatore. Egli disse sorridendo:

 

— Scriverò dei trattati politici anche a costo di affrontare le sue critiche.

 

E sorrise ancora.

 

BENIAMINO JOPPOLO