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Interviste 46-64

Intervista a Re Umberto II sul quotidiano “Paese Sera” – IV parte

By Dicembre 6, 2023Dicembre 8th, 2023No Comments

SINGOLARE INTERVISTA CON UMBERTO A CANNES

Ultimo colloquio con Umberto di Savoia

Riproduciamo integralmente il quarto ed ultimo articolo di Beniamino Joppolo che ha ottenuto per «Milano Sera una singolare intervista con Umberto a Cannes.

Re Umberto II Montpellier 1950

Re Umberto II Montpellier 1950

“Crede lei alla cortina di ferro?„ – Un problema fondamentale: la paura della Russia – Le opinioni sull’URSS di un amico finlandese uomo d’affari – La propaganda monarchica

IV

CANNES, dicembre — Fu certo il desiderio di una sosta che spinse Umberto di Savoia a chiedermi se io ero stato militare e in che reggimento avevo prestato il mio servizio. Gli raccontai che dovevo alla nascita di Maria Gabriella l’aver conservato il grado di ufficiale. A causa di condanne politiche avrei dovuto essere degradato, ma in occasione della nascita della principessina era stato fatto un condono per tutte le pratiche in corso contro ufficiali. Esclamò ridendo e con molta affettuosità:

–   Oh! La mia piccola Gabriella!

Il tono affettuoso nel ricordare la figliola mi aveva creato lo stato d’animo per poter ricondurre il discorso sul piano iniziale, che era quello che a me soprattutto premeva, e chiesi decisamente:

–   Crede Lei alla Cortina di ferro?

A questa domanda ebbi una ri­sposta che andò al di là di ogni mia aspettativa. Egli sorrise e disse:

– Sarebbe molto bene che si diradasse negli animi la paura della Russia. Io sono convinto che oggi tra i popoli tutte le intese sono possibili. Lei ha partecipato al Congresso Mondiale dei Parti­giani della Pace di Varsavia?

– Sì.

Egli continuò:

  • Vi era anche Sella di Monteluce. Che impressione ne ha ri­portato?

  • Ebbi la sicurezza che tutti i popoli si avviano a quella com­prensione da Lei auspicata.

  • Di ciò mi ha anche parlato un mio amico finlandese, che si reca molto spesso in Russia. Non è un comunista, è un uomo di affari. Egli me ne parla come di un Paese socialmente molto evoluto, col quale obbiettivamente sarebbe possibile intendersi.

Allora a me venne spontaneo chiedere:

E come mai certa propaganda monarchica si trova in una posizione totalmente opposta a quella che questa convinzione comporterebbe?

Non posso nascondere che un senso di meraviglia mi prese nel vedere sul volto di Umberto di Savoia il più sincero disappun­to. Ebbi ancora una volta la con­ferma di quanto egli disappro­vasse una politica, preoccupata solo di salvaguardare interessi di casta, anche a costo di fermare il progresso e di scatenare una nuo­va guerra. Questa è stata la mia impressione di quel momento ed egli mi parve sincero.

Fu bussato alla porta. Così eb­be fine il secondo colloquio.

Il terzo colloquio fu di sempli­ce saluto e non durò più di sei o sette minuti, il giorno seguen­te. Era tarda sera. Osservai che la stanza di Umberto era piena di scatole e di pacchi. Umberto di Savoia aveva l’aria triste di chi parte, di chi deve partire sempre in fretta. Egli mi disse che certamente ci saremmo rivisti e che le nostre conversazio­ni non erano finite, non solo, ma che erano appena iniziate e avrebbero potuto essere riprese in un qualunque luogo d’Europa.

Il colloquio era finito. E ci sa­lutammo con una forte stretta di mano.

BENIAMINO JOPPOLO