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Il referendum del 1946

XI Romita manovra le elezioni amministrative

By Gennaio 21, 2011Ottobre 24th, 2021No Comments

XI

ROMITA MANOVRA LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE

 

Quanto abbiamo esposto basta a dimostrare la invalidità del referendum istituzionale del 2‑3 giugno 1946.

Ma vogliamo fare ancora qualche altra considerazione. 

Non possiamo certo essere così ingenui da attendere che parlino quanti parteciparono col Rondita, da dirigenti e funzionari ‑ alcuni hanno ancora altissime cariche repubblicane, ‑ alle operazioni elettorali nel conclave del Viminale. 

Vediamo di trarre dalle ammissioni stesse di colui che si dice oltremodo orgoglioso della paternità della repubblica ” le logiche deduzioni infirmative del referendum, che devono tenere il posto delle impossibili ammissioni degli artefici. 

Enzo Fedeli, in un suo scritto: 1 segreti di Romita in merito al referendum, racconta che un giorno, durante una seduta del consiglio comunale di Torino ‑ il Romita era allora consigliere di parte socialista , presente il consigliere Chiaramello, il padre della repubblica ebbe a dirgli: ” Ho fatto vincere la repubblica: questo sì. Ma non come pensate e dite voi … 

Il Romita, nel citato suo libro, a parte “… il tono immodesto, diciamo pure un po’ troppo napoleonico… ” , si vanta di avere così agito nelle elezioni amministrative qualche mese prima del referendum: 

” Secondo me, se dalle elezioni amministrative fosse maturata una maggioranza nell’uno o nell’altro senso, quella maggioranza, influenzando gli elettori con la suggestione che le masse subiscono sempre nei confronti del più forte ” (le masse ringrazino il compagno Romita di questo bel complimento!), avrebbe finito ” col prevalere anche nel referendum. Avevo quindi, fin dal gennaio (1946), iniziato una operazione concepita nel segreto del mio cervello e che ritenevo della massima importanza: far votare anzitutto i comuni dove era prevedibile la maggioranza repubblicana e rimandare le elezioni negli altri a dopo il referendum. Fa questo il cardine della mia politica per portare l’Italia ali, repubblica”. 

A parte il giudizio sulla correttezza di siffatta strategia e di siffatto cardine, questo racconto dimostra la capacità del Romita a manovrare le elezioni, per giungere al risultato che egli vuole, non già per attendere democraticamente il risultato voluto dalla maggioranza dei cittadini.