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Ricorrenze

Per i trenta anni dall’esilio

By Maggio 17, 2020Novembre 23rd, 2021No Comments

30 anni dopo

Sono trent’anni, oggi, da quando lasciai la Patria con un grido di protesta e di dolore e subii il sopruso nella speranza che il mio sacrificio si risolvesse comunque per il bene per voi tutti. Non è stato così perché non si può mutare la storia e imporre un regime estraneo alle tradizioni nazionali con un referendum che lasciò gravi e fondati dubbi nelle coscienze e profonda amarezza nei tanti che furono ingiustamente esclusi dal voto.

E mentre avrei voluto che dopo trent’anni di distacco, fossi solo io a soffrire dell’iniquità compiuta contro di me, devo constatare, come italiano e come Re, che i problemi fondamentali dell’Italia non sono stati affrontai e risolti.

La stessa espansione industriale, che la genialità e l’intraprendenza di molti, l’abilità, il lavoro e la concordia dei più, avevano creato, è  stata, per la volontà di taluni e l’incapacità di altri, dilapidata e distrutta.

Il grande proposito – che era pur stato dei miei predecessori e mio – di un Italia prospera e felice per avere realizzato un perfetto equilibrio tra libertà individuale e giustizia sociale, non solo non si è compiuto, ma sembra ancora lontano.

La violenza, a lungo tollerata e più che mai recentemente scatenatasi, minaccia la libertà.

 

Re Umberto II con le Bandiere ed il ritratto del Re suo padre

Re Umberto II con le Bandiere ed il ritratto del Re suo padre

 

Italiani!

Tutto dipende da chi tra pochi giorni invierete al parlamento nazionale. Ritengo di avere il diritto e il dovere di dirvi, per l’affetto che a voi mi lega, di scegliere uomini che, come me, siano disposti al sacrificio personale, anche il più amaro, purché la Patria, libera, concorde e  prospera sia la realtà di domani. Voi ben sapete di poter contare sempre su di me e sulla mia Casa.

Viva l’Italia!                                                                         Umberto

Cascais, 13 Giugno 1976