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Colloqui con re Umberto di Nino Bolla

Colloqui con Re Umberto – di Nino Bolla – 3

By Febbraio 14, 2021Gennaio 24th, 2022No Comments

Il dramma dell’8 settembre

  • Se l’ordine per me fosse stato di rimanere sarei rimasto!

 

La riservatezza di Umberto di Savoia è notoria: più tardi a Napoli, nei colloqui alla Villa Maria Pia mi dirà altre cose molto importanti; ora si limita ad una frase apparentemente evasiva: ” Un dramma senza precedenti, quello dell’8 settembre, che qualcuno può aver provocato, ma che soltanto il destino ha voluto così aggrovigliato, direi labirintico per noi”.

Ritento allora una domanda che non vorrei senza risposta: Vostra Altezza ha chiamato labirintico il dramma dell’8 settembre. Perchè?

Perché dal 24 luglio all’8 settembre c’è stato il più rapido dei capovolgimenti di situazioni. La sera del 24 luglio è sconfessato al Gran Consiglio dagli stessi suoi collaboratori i quali dicono di interpretare la volontà del Paese. Il giorno dopo, conseguenza inevitabile, Sua Maestà che della volontà del paese e delle decisioni dei supremi organi costituzionali ha fatto il cardine della propria azione sostituisce Mussolini con Badoglio ed autorizza il nuovo capo del governo ad iniziare con gli alleati le trattative per quella pace che la Nazione ormai apertamente reclama. Ma l’armistizio viene annunciato anticipatamente dagli Alleati; il lancio di paracadutisti nei dintorni di Roma è procrastinato; il fronte automaticamente si sposta dalla capitale alla linea di contatto tra gli alleati ed i tedeschi: quindi il Re ed il governo, per esistere e poter comandare nell’interesse stesso del Paese , non hanno che la soluzione di recarsi al di là di tale linea, dove c’è ancora un esercito italiano ancora intatto e che gli alleati rispetteranno solo se espressione di un governo legittimo.

Il principe aggiunge:

Rimanere a Roma, difendibile per breve tempo e a prezzo di molto sangue e di grandi rovine oltre che impedire l’esistenza di un governo legittimo, era porre l’Italia centrale e settentrionale, di fronte agli Anglo Americani nella condizione di zone da occupare a tratto a tratto…”

Penso a Montecassino la cui preziosissima Abbazia non fu risparmiata dalla guerra.

Il Re ed il Governo partirono. Io ricevetti l’ordine di seguirli. Se l’ordine, per me fosse stato di rimanere sarei rimasto!

L’ultima frase è pronunciata con particolare vigore.

Prima di prendere congedo accennai al discorso rivolto dal capo del Governo agli ufficiali rimasti al sud e salvati dalla prigionia dall’arrivo nelle Puglie del Re e del Governo legittimo: discorso che rappresentava una sintesi degli avvenimenti dal 25 luglio all’8 settembre, con un riferimento, nelle conclusioni finali, al Maresciallo Graziani: “Mi addolora profondamente che un valoroso maresciallo d’Italia abbia dimenticato il giuramento per affiancarsi tedeschi, nemici tradizionali dell’Italia”.