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Discorsi

Per il ventesimo anniversario dell’esilio

By Ottobre 17, 2018Novembre 23rd, 2021No Comments

A 20 anni dall’esilio

discorso pronunciato il 24 giugno 1966 a bordo della nave Ascania nel porto di Palma di Majorca)

 

Ringrazio per le parole rivoltemi; ringrazio voi tutti per essere qui ora. La vostra presenza mi porta la vita stessa della Patria.

Re Umberto II festeggiato dagli Italiani al suo arrivo a Palma di Majorca

Re Umberto II festeggiato dagli Italiani al suo arrivo a Palma di Majorca

Vi ringrazio tutti per avere voluto, pur tra disagi e sacrifici, venire a ricomporre dinanzi a me l’immagine dell’Italia sempre amata e desiderata.Avete voluto presentarvi a me con lo schieramento delle vostre organizzazioni: i vostri dirigenti, liberamente scelti, mi hanno espresso i vostri propositi ai quali plaudo, poiché i nobili ideali che vi ispirano sono quelli della dedizione alla Patria.

La Consulta , costituitasi con il mio consenso attorno al nucleo originario dei Senatori del Regno, è degna continuatrice delle tradizioni di saggezza e di patriottismo del glorioso senato del Regno, del quale, dall’Unità in poi, hanno sempre fatto parte gli uomini più illustri e più degni della Nazione.

Gli Onorevoli Senatori e Deputati investiti di mandato dal voto popolare, che hanno voluto con gesto da me particolarmente apprezzato, essere presenti o degnamente qui rappresentati, mi danno gradita occasione di ripetere la mia profonda fede nel Parlamento, presidio di ogni libertà.

L’Unione Monarchica Italiana, tanto cara al mio cuore, che mi era già vicina durante la mia permanenza in Italia, ha schierato qui, in rappresentanza di milioni di monarchici oggi a noi uniti col pensiero e nei propositi, dirigenti e gregari, uomini e donne, anziani e giovani, in una compagine armoniosa e fattiva.

La Bandiera saluta Re Umberto II accompagnato dal Principe di Napoli

La Bandiera saluta Re Umberto II accompagnato dal Principe di Napoli

A tutti rivolgo un monito: siate concordi e col vostro esempio mostrate che , nel supremo interesse della Patria si devono far tacere interessi particolari, aspirazioni personali pur se giustificabili, differenze di partito, rancori talvolta affioranti da ricordi amari non ancora del tutto sopiti.

Or sono vent’anni era mio desiderio che il mio primo atto di Re fosse atto di riconciliazione. Non mi fu consentito. Ma ancor oggi vi ripeto, siate soprattutto fratelli. Come figli di una madre comune, dobbiamo porre al di sopra di ogni cosa l’affetto per la Patria che voi avete servito, servite e servirete con decisione e con fede, così come io l’ho servita, la servo e la servirò sempre, con il più grande amore, anche se sia doloroso amare da lontano.

Se terrete presente questo monito, se tutti sarete uniti nel porre l’Italia prima di ogni altra cosa, la concordia sarà più facile, i sacrifici meno duri, il successo più certo.

Una parola particolare dico ai giovani, che vedo tanto bene rappresentati, e che mostrano ogni giorno di volere dare ai valori spirituali e tradizionali della nazione l’importanza che devono avere per costruire un sicuro avvenire di progresso e di prosperità.

Nel trascorrere della vostra esistenza raccogliete quanto di meglio vi viene affidato da chi vi ha preceduto e ha tanto dato e tanto sofferto per la Patria e siate voi stessi autori di fatti degni di essere tramandati. Il vincolo delle generazioni può essere interrotto perché è catena di servitù, ma di legame di affetto e la tradizione, che affonda le radici nella storia della Patria si rinverdisce ogni giorno per opera della gioventù.

In questo momento – e ancor più per la presenza di voi tutti – non posso fare a meno di ricordare – e con profonda riconoscenza che fu proprio in terra di Spagna, in mezzo a cittadini spagnoli, che io trovai, sulla via dell’esilio, la sera triste del 13 Giugno, che io trovai dico, le prime espressioni di umana comprensione e di fraterno affetto.

Questo lo ricordo oggi anche perché so che tutti i veri italiani amano la Spagna, rispettano la Spagna, augurano alla Spagna le più grandi fortune ora e sempre.

E adesso, nell’esprimere a tutti il più vivo ringraziamento mio, di mio figlio e di mio cugino chiedo a S.E. il generale Valle di portare il mio saluto a tutti i senatori del Regno e a tutti i Membri della Consulta; chiedo al Senatore Bonaldi di portare il mio saluto a tutti i senatori e deputati in carica; chiedo all’Avvocato Rinaldo Taddei di portare il mio saluto a tutti gli iscritti dell’Unione Monarchica Italiana e ad Antonio Galano, che qui rappresenta Sergio Boschiero, di porgere il mio saluto ed il mio augurio a tutti i giovani del Fronte Monarchico dell’UMI.

A voi che siete imbarcati su questa nave, voglio esprimere un desiderio: dopo aver lasciato questa rada, tra poche ore, passerete davanti all’isola di Minorca. Su questa isola c’è un cimitero di guerra italiano. Quando vedrete le luci del faro di porto Mahon, prendete questi fiori e gettateli in mare. Le onde li porteranno certamente sulla scogliera che è ai piedi del piccolo cimitero dove ancora riposano i marinai d’Italia, marinai della Regia Marina, che nel settembre del 1943 si sacrificarono per la Patria.

E adesso elevando il mio pensiero alla Patria lontana, rinnovo a voi tutti il mio più vivo ringraziamento e il più affettuoso augurio.