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Intervista di Benedetto Mosca nel 1965

Nella serie di colloqui avuti con il giornalista, il Sovrano si è espresso su vari argomenti:

  • Il referendum? “ Il tempo non sana quanto è nato irregolarmente”
  • L’esilio? “Una legge iniqua mi vieta di abitare in Italia”.
  • I diari di Vittorio Emanuele III? “Lo ripeto: non esistono scritti di mio Padre”.
  • I rapporti con gli italiani?

” E’ commovente la vicinanza che esiste tra Cascais e tanta parte del popolo italiano “.

L’intervista..

In particolare, riportando le risposte del Sovrano alle sue domande, Benedetto Mosca scrive: “Dico: arrivando qui, ed essendo accolto con benevolenza assai più grande di quella che avevo sperato, Le chiesi di accordarmi un’intervista diversa dalle solite. ‘Io vorrei, dissi, che Lei parlasse a cuore aperto ai troppi italiani che hanno avuto modo di conoscerLa appena. Mi riferivo ai giovani, evidentemente. Ora, a nome loro, ardisco porLe una domanda che qualsiasi sovrano, ma confido non Lei, respingerebbe come irriverente. Come giudica, Maestà, l’istituto monarchico nell’Europa di poggi”.

“Apprezzo la prudenza con cui ha formulato la domanda. Lei mi invita a parlare dell’Istituto monarchico. Lei vuol sapere da un Re se è meglio, per un paese moderno, la monarchia o la repubblica; se l’istituto monarchico è superato dal tempo o invece i principi su cui si fonda sono sempre vitali”.

“Le risponderò citando un episodio che mi è accaduto di recente. Dall’Italia, come lei sa, viene a farmi visita parecchia gente. Tempo fa ricevetti un giovane, che con una certa malinconia in sostanza mi disse: “Sono nato e cresciuto in un Paese senza Re, così che in coscienza, dovendo fare un paragone tra monarchia e repubblica, non saprei indicare il regime più utile al progresso della Nazione. Quello che mi pare certo è solo che in un mondo moderno, in cui la politico e gli ideali stessi dovrebbero avere un respiro soprannazionale, il più efficace custode della libertà è il Parlamento.

intervista a benedetto mosca reumberto

Intervista a Benedetto Mosca nel 1965

Quel giovane, indubbiamente, era nel giusto. A mia volta, prima di rispondergli, gli posi una domanda. Lo invi­tai a riflettere e a dirmi dove, a suo parere, il Parlamento è più efficiente. Lo invitai  ad elencarmi i Paesi europei nel quali la libertà di pensiero e d’azione del singoli parlamentari non è deformata o attenuata dalla partitocrazia, e quindi la dignità dell’Istituto parlamentare più alto e la sua funzione più utile alla Nazione.

Stavo dicendole che, dalla simpatica conversazione che ebbi con quel giovane italiano, la risposta all’interrogativo, che egli si poneva scaturì evidente. In questa vecchia e cara Europa i Paesi in cui le vicende Politiche vengono determinate da parlamentari liberamente eletti sono, (eccezion fatta  per la Germania Occidentale e per la Confederazione Elvetica, le cui particolari condizioni vanno considerate a parte e che comunque non infirmano la generale constatazione), questi Paesi,dicevo, sono quelli del Nord, retti a Monarchia e la Grecia. Le maggioranze lasciano piena libertà alle minoranze. E quando queste divengono a loro, volta, maggioranze, per libera scelta del popolo, chi ha detenuto il Governo fino a quel momento lo cede immediatamente.

“Nei Paesi del Nord retti a Monarchia l’alternarsi delle diverse maggioranze avviene senza alcuna scossa. Ciascuna dà, il meglio di sé e, comunque, nessuna riforma o provvedimento è drammatica e irreparabile  giacché ogni nuova maggioranza  può annullare o modificare quanto fatto precedentemente e non più gradito alla Nazione. Tutto questo, come? Sotto la costante vigilanza del Re, che è il guardiano della Costituzione e rappresenta tutti i cittadini, di qualsiasi partito e di qualsiasi fede”.