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Discorsi

Discorso per il nuovo governo Bonomi 1944

By Novembre 17, 2018Novembre 23rd, 2021No Comments

Discorso tenuto il 21 giugno 1944 ai ministri del nuovo governo presieduto da Ivanoe Bonomi

Ho assunto la luogotenenza del regno in un momento di eccezionale gravità ma due fatti mi hanno confortato nelle preoccupazioni di questi giorni: la liberazione di Roma e la riaffermata concordia degli italiani. E, in Roma, ove presto tornerà il governo, gli italiani concordi proseguiranno l’opera del nostro Risorgimento.

Un primo dovere ci si pone dinanzi. Cacciare dall’Italia i tedeschi e punire quegli italiani traviati che persistono a rimanere col nemico e hanno assunto, di fronte alla coscienza del paese, l’aperto carattere di traditori della patria.

Il secondo dovere è di ricostruire la patria. Le rovine sono molte ed il compito immane. Ma io ho fiducia nella raggiunta concordia di tutti gli italiani, e so quale è la tenacia dei loro propositi e la fede viva dei loro cuori. Nella grande opera di liberazione e di ricostruzione c’è posto per tutti. Tutti possono lavorare per la patria. Lo possono gli italiani che sono entro i nostri confini, e quelli che all’estero conferiscono, con la laboriosità, dignità e prestigio al nome d’Italia; così i nostri prigionieri che, in terre lontane, in paziente silenzio, custodiscono l’amore della patria che li ricorda con immutabile affetto. C’è, in quest’ora, una nobile gara tra le forze di terra, del mare e del cielo, accresciute dall’apporto di energie volontarie, ed i nostri patrioti che, dopo aver sofferto nel carcere e nell’esilio, o nel rischio continuo, rinnovano le gesta eroiche del nostro Risorgimento.

Re Umberto II Quirinale

Re Umberto II Quirinale

A tutti costoro va il mio pensiero, nella sicurezza che il governo, che è governo di concordia nazionale, darà tutta l’opera sua per intensificare e rinvigorire la lotta, nelle cui sorti si identifica il destino dell’Italia, ricongiungendo ogni sforzo alle grandi tradizioni del nostro riscatto, tradizioni nelle quali sono eternati i valori, i sacrifici e le aspirazioni del popolo italiano.

Dai tragici eventi, quali forse non si videro mai gli eguali sulla terra, l’Italia ha il diritto di risorgere, accanto alle grandi nazioni alleate, e riprendere quella missione storica assegnatale da gloriose memorie quale elemento perenne e necessario della civiltà del mondo.

 

Sono stato a lungo indeciso se inserire questo discorso in quanto vi si ritrovano parole estremamente dure nei confronti di una parte degli italiani, cioè i combattenti della Repubblica Sociale Italiana. Ma non sta a me censurare le parole di Re Umberto. E quindi lo riporto integralmente anche in una parte che non condivido:

” l’aperto carattere di traditori della patria”.

Altri traditori della patria purtroppo facevano parte di quel governo e lo avrebbero dimostrato successivamente regalando a nemici intere province del Regno. Le stesse province che i militi della RSI difendevano accanitamente

Il webmaster assolutamente non ritiene i combattenti della RSI “traditori della patria”.