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Colloqui con re Umberto di Nino Bolla

Colloqui con Re Umberto – di Nino Bolla – 13

By Febbraio 4, 2021Gennaio 24th, 2022No Comments
  • Il tragico equivoco

Mentre esamino il documento in questione, di un interesse politico particolare, per la esatta “ messa a a fuoco” dei rapporti italo tedeschi in quest’ultima guerra, di una importanza storica eccezionale, sento su di me lo sguardo di Umberto II, quasi intenda sincerarsi della impressione immediata, che deve essere preparazione a quanto sta per dirmi.

“Non è giusto che fra l’Italia e la Germania permanga un equivoco, dovuto più ai loro dirigenti che ai due popoli. Ho ammirato ed ammiro il genio tedesco, che però, nei suoi valori universali non ha nulla a che vedere con le ideologie nazionali e con gli odii e le guerre che possono scatenare. L’equivoco formatosi tra Berlino e Roma è nell’accusa, da parte dei tedeschi, di un tradimento italiano, o almeno di avere l’Italia mancato, verso la fine di questa guerra, all’onore militare nei confronti di Hitler. Innanzi tutto, non di trattava di una guerra decisa concordemente e concomitantemente, e proseguibile in questo caso fino alle estreme conseguenze per noi. Si trattava di una guerra voluta da Hitler e che sarebbe dovuta rimanere la guerra di Hitler. L’errore di Mussolini, ritengo, fu di non aver capito, o capito troppo tardi. Entrati in guerra, va ad onore dell’esercito italiano, se pur con mezzi inferiori, dal 1940 al 1943, cioè fino a quando ci fu lasciata dai tedeschi libertà di movimento e di decisioni, l’alleanza venne rispettata, con sacrifici da parte nostra gravissimi e crescenti, tanto più apprezzabili dal punto di vista militare, quanto meno sentita era la guerra stessa. Da parte dei tedeschi, invece, a poco a poco si giunse a una sempre più palese controllo, ad una sempre maggiore vigilanza, fino a dare nel 1943, la sensazione che Hitler, più che restare nostro alleato, intendesse diventare padrone dell’Italia.

Non si può pretendere da un popolo  l’asservimento in nome dell’alleanza.”

I tedeschi in buona fede e leali, e non sono pochi, debbono ricredersi. Dai documenti risulta che il Terzo Reich prima del cosiddetto Patto d’Acciaio, si evolveva per una alleanza con l’Italia in una atmosfera prettamente antimonarchica, senza tenere conto che l’Italia era retta a Monarchia.

Hitler infatti, si considerava il più forte di tutti i monarchi d’Europa, i quali, di là di da ogni loro effettiva condotta in guerra rappresentavano per lui un ostacolo da abbattere comunque.

Megalomania tremenda quella di Hitler, che purtroppo si manifestò per gradi; sorprendendo di volta in volta fino a che il mondo comprese, e fu in allarme, e gli stati uniti videro nell’intervento, pur detestando la guerra e pur comprendendo il dramma dell’Italia, non soltanto una difesa dei loro stessi interessi ma anche una missione europea di liberazione e di difesa delle libertà democratiche.